Cronaca

Mancato ricorso contro la riapertura della discarica del Limoncino, la rabbia di Potere al popolo e M5s

Dura presa di posizione delle forze di opposizione. Noferi (M5s): "Fuori luogo che a decidere sia un dirigente indagato per questioni di smaltimento illegale di rifiuti". Pap: "Le contraddizioni del Pd sono enormi, meravigliati che il consigliere regionale Gazzetti non abbia saputo spendersi in maniera migliore per la nostra città"

(foto d'archivio - Buongiorno Livorno)

Ha scatenato le immediate proteste delle forze politiche di opposizione, in particolar modo del Movimento 5 stelle regionale e di Potere al Popolo Livorno, la decisione della Regione Toscana di non ricorrere contro la riapertura della discarica del Limoncino, autorizzata dal Tar che, a dicembre scorso, aveva parzialmente accolto quanto proposto dalla società Livrea contro il decreto della Regione stessa, consentendo di fatto il conferimento dei rifiuti nel Lotto uno. Una decisione assurda per Pap e M5s che puntano il dito anche contro il direttore del settore Ambiente ed Energia di Palazzo Strozzi Sacrati, Edo Bernini, tra gli indagati nella maxi inchiesta Keu. "Fuori luogo - sostiene Silvia Noferi (M5s) - che un dirigente indagato per una questione di smaltimento illegale di rifiuti continui ad occuparsi e a prendere decisioni di vitale importanza per la salute dei cittadini e la sicurezza delle discariche"; "Ci meraviglia che il Pd continui ad affidarsi a Bernini per le decisioni riguardanti i rifiuti", dice Pap che, in ultimo, rivolge accuse proprio al partito democratico e al consigliere regionale, Francesco Gazzetti: "Le contraddizioni del Partito democratico sono evidenti - dicono da Pap -. Ci meraviglia che il consigliere regionale Gazzetti non abbia saputo spendersi in modo migliore per la nostra città".

Nelle due pagine successive gli interventi integrali di M5s e Potere al popolo.

Silvia Noferi (M5s): "Fuori luogo far decidere su questioni ambientali un dirigente indagato"

Questa dunque la posizione del Movimento 5 stelle espressa in un comunicato a firma della consigliera regionale Silvia Noferi che pubblichiamo integralmente.

"Apprendiamo da Rosaria Scaffidi, rappresentante del comitato "No discarica del Limoncino", che ieri durante l'incontro con l'assessore Regionale all'Ambiente Monia Monni, era presente anche il dirigente Edo Bernini, indagato nell'indagine sui rifiuti Keu, il quale ha espresso chiaramente l'intenzione della Regione Toscana di non fare ricorso contro la sentenza del Tar che di fatto autorizza la proroga dei conferimenti nella discarica del Limoncino a Livorno, con una scusa assurda quanto puerile.

L'esperienza personale del dott. Bernini gli dovrebbe aver chiarito che in Italia esistono tre gradi di giudizio e nessuno può essere considerato colpevole prima dell'ultima sentenza, per questo ci pare assurdo che porti a giustificazione del mancato ricorso una scusa del tipo: 'la Regione Toscana non può presentare ricorso perché ha accettato il verificatore proposto dal Tribunale', dove il verificatore sarebbe un equivalente del consulente tecnico d'ufficio (CTU).

Molti cittadini hanno avuto a che fare con cause che hanno visto nominare un CTU dal Tribunale ma non per questo hanno accettato le sentenze a loro sfavorevoli senza considerare di poter fare appello.

Troviamo infine alquanto fuori luogo che un dirigente indagato per una questione di smaltimento illegale di rifiuti continui ad occuparsi e a prendere decisioni di vitale importanza per la salute dei cittadini e la sicurezza delle discariche dei rifiuti, con il beneplacito dell'Assessore e ci domandiamo come mai non sia stato trasferito ad altro incarico nell'attesa che la sua situazione venga chiarita.

Ci viene il dubbio che avere a che fare con la giustizia faccia curriculum in Regione Toscana; se consideriamo che il neo direttore di Arpat, Pietro Rubellini, è stato rinviato a giudizio nel 2018 insieme agli altri 6 indagati "accusati, oltre che di deturpamento di bellezze naturali e di danneggiamento del patrimonio nazionale, anche di falso per aver artatamente frazionato gli appalti per la manutenzione del verde, con ricorso alla "somma urgenza" ed affidamenti diretti anche per interventi che sarebbero stati largamente programmabili" (La Repubblica – Firenze 27/02/2018) ed è stato nominato il 23 marzo 2021, dal Presidente della Regione Eugenio Giani, "dopo aver valutato il curriculum dei soggetti che hanno presentato la propria candidatura", come nuovo Direttore dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT).

Il problema di fondo rimane, le discariche in Toscana scoppiano, il nuovo piano regionale dei rifiuti non c'è, si va di proroga in proroga al solo scopo di esasperare cittadini e sindaci, in modo da indurli ad accogliere la costruzione di inceneritori, quando non si è mai nemmeno tentato di far partire una seria politica di riuso e raccolta differenziata.

Il solito sistema, insieme a quello delle approvazioni delle leggi più controverse in agosto o alla fine dei mandati, chi gestisce il potere in modo 'professionale' e continuato da decenni, ormai lo ha ben sperimentato".

Potere al Popolo: "Contraddizioni enormi del Pd sull'intera vicenda"

Questa invece la posizione di Potere al Popolo Livorno espressa in un comunicato che pubblichiamo integralmente.

"Il Comitato contro la discarica al Limoncino ieri mattina ha avuto un incontro con la Regione Toscana, durante il quale è stata manifestata chiaramente l'intenzione di non ricorrere al Consiglio di Stato da parte della Regione stessa, con delle motivazioni oggettivamente poco credibili da parte del Dirigente Edo Bernini (attualmente indagato dalla Direzione Distrettuale Antimafia per abuso d'ufficio nella vicenda dei traffici di rifiuti conciari a Santa Croce e smaltimenti illegali).

Bernini nell'incontro ha sostenuto che il ricorso non può essere fatto perché hanno acconsentito alla nomina di un verificatore, peccato che invece tutto ciò non precluda la possibilità di fare ricorso al Consiglio di Stato contro l'apertura di parte della discarica.

La Regione Toscana è l'unica titolata a fare ricorso, ma il Pd sembra non avere alcuna volontà a riguardo visto il silenzio dell'assessora all'ambiente Monni all'incontro. Se prima era stato il Pd livornese a non presentare ricorso, oggi è il Pd toscano ad autorizzare implicitamente la costruzione della discarica del Limoncino dopo aver organizzato un incontro sul tema rifiuti/discarica, con un indagato dall'Antimafia per abuso d'ufficio proprio sullo smaltimento di rifiuti (queste le accuse: "per conseguire un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nel non adeguare gli impianti alla necessità di abbattimento o trattamento degli inquinanti e nel proseguire nella gestione dei rifiuti e degli scarichi del depuratore a costi ridotti"). Ci meraviglia che il consigliere regionale Gazzetti non abbia saputo spendersi in modo migliore per la nostra città. Ci meraviglia che il Pd continui ad affidarsi a Bernini per le decisioni riguardanti i rifiuti.

Stando così le cose se entro il 30 giugno non verrà dato alcun seguito, la società Livrea potrà conferire nel lotto 1 come disposto in data 15 dicembre 2020 dalla sentenza del Tar della Toscana senza bisogno di nuova autorizzazione.

Le contraddizioni del Partito Democratico su questa vicenda sono davvero enormi: Salvetti inizialmente non si costituì in giudizio, e ricorso lo presentò soltanto la Regione, adesso i ruoli si sono invertiti con il Comune che ha presentato ricorso (anche se purtroppo non ha più titolo a farlo), e la Regione che invece non lo farà quando sarebbe titolata a farlo.

Insomma si gioca al PD buono contro PD cattivo, ma invece è solo la stessa faccia della medaglia di un partito a cui dell'ambiente e della salute dei cittadini non importa niente e organizza colloqui con i comitati ambientalisti, inviando indagati proprio in vicende di traffico di rifiuti.

Se il PD vuole fare ricorso, è molto semplice, basta che dia ordine agli uffici competenti di presentarlo. Non ci sono scuse! Chiediamo dunque qual è la volontà politica del Partito Democratico su questa vicenda? Perché la politica si sta nascondendo dietro false motivazioni burocratiche e dirigenti indagati? Con questa presa di posizione la Regione decide di non opporsi in alcun modo alle eccezioni promosse da ARPAT sul rischio di infiltrazione di acque contaminate nel suolo, sottosuolo e falde sotterranee".

Avevamo ragione quindi ad avere perplessità circa le parole definite 'caute' dal giornalista riferite al Consigliere regionale del Partito Democratico Francesco Gazzetti , durante un'intervista alla catena umana del 9 maggio al Limoncino. Quindi oggi dopo più di un mese con un incontro bluff cosa dobbiamo dedurre se non che la Regione voglia lavarsene le mani?

La politica ha lasciato parlare i tecnici, ma ciò che ne viene fuori è che non si ha a cuore la salvaguardia della salute pubblica contro i possibili effetti negativi che questi conferimenti in discarica potrebbero portare".


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