Cronaca

Liceo Enriques, la polizia ferma l'occupazione: ondata di solidarietà agli studenti. I sindacati: "Grave"

Nella tarda serata di venerdì decine di agenti e camionette in via della Bassata su richiesta del dirigente scolastico. Scuola abbandonata pacificamente, Cgil e Unicobas condannano l'intervento delle forze dell'ordine: "Spropositato"

Da una parte la soddisfazione di prefetto e questore per la gestione della situazione, dall'altra la condanna di Cgil, Usb e Unicobas allo "spropositato" intervento di forze dell'ordine, un fatto molto grave". Nel mezzo, gli studenti e le studentesse del liceo scientifico Enriques - ma potrebbero tranquillamente essere del Cecioni, dell'Iti o di qualsiasi altro istituto cittadino o nazionale -, da una settimana in autogestione come il resto delle scuole superiori di Livorno e in buona parte del Paese, che nella serata di venerdì 11 febbraio hanno tentato di occupare la sede di via della Bassata, trovandosi però costretti ad abbandonare l'istituto dopo il massiccio intervento di agenti e camionette.

Un abbandono pacifico che ha mostrato, innanzitutto, la maturità dei giovani, circa duecento, i quali non hanno opposto resistenza alle forze dell'ordine, chiamate dal dirigente scolastico per evitare che l'autogestione si trasformasse in occupazione. "Gli studenti - si legge sul profilo Instagram del collettivo La scuola di carta - non hanno alimentato lo scontro e senza opporre resistenza sono usciti evitando tensioni che invece la polizia stava aumentando, minacciando gli studenti di portarli via con la forza con toni poco amichevoli". Toni che invece sono più distensivi nella versione di questura e prefettura: "Sono stati molto collaborativi - si legge nella nota congiunta -, comprendendo la situazione e i rischi. Gli studenti, dopo un sereno colloquio con lo stesso dirigente e con i funzionari di polizia, hanno spontaneamente lasciato l'istituto, defluendo all'esterno in maniera ordinata e nella massima tranquillità".

I sindacati: "Grave l'azione delle forze dell'ordine, non è questa la risposta ai problemi degli studenti"

Dura, anzi durissima, la reazione dei sindacati, con la Cgil che definisce "grave l'azione delle forze dell'ordine. L'occupazione della Scuola è una forma di protesta che a fine anni Sessanta ha fatto emergere problematiche ignorate dalla gran parte della popolazione. La protesta di questi giorni dei nostri studenti ha lo stesso fine: aprire un dialogo con la politica per risolvere i problemi ignorati. L'arrivo di numerosi agenti di polizia ha creato una spaccatura con chi vuole una società con più cultura e meno morti sul lavoro".

"Si plaude alla resilienza degli studenti, poi si colpiscono con repressioni" si legge nel comunicato di Unicobas che esprime "piena solidarietà e sostegno alle mobilitazioni studentesche che si stanno svolgendo a Livorno come in altre città e condanna fermamente l'operazione repressiva messa in atto nella serata di venerdì 11 febbraio contro gli studenti del Liceo Enriques ad opera della Dirigenza e delle forze dell'ordine".

Infine Usb, che accomuna le proteste degli studenti a quelle dei lavoratori e una differente tolleranza delle stesse: "Nelle ultime settimane - dicono - i lavoratori e le lavoratrici livornesi sono stati impegnati in dure proteste sfociate anche in picchetti e manifestazioni 'non autorizzate -. Lottano per il proprio posto di lavoro come gli studenti lottano per una scuola pubblica giusta e per non essere costretti a morire in una fabbrica con l'assurda modalità dell'alternanza scuola lavoro. Come mai questa differenza di atteggiamento? Come mai si è deciso di accanirsi solo contro studenti minorenni?".

Nelle pagine successive i comunicati integrali di Cgil, Unicobas e Usb 

Cgil: "Grave sgombero di chi lotta contro le mancanze istituzionali"

"L'azione delle forze dell'ordine, intervenute per evacuare gli studenti del Liceo Enriques che stavano portando avanti la loro lotta contro le mancanze istituzionali e le decisioni ministeriali degli ultimi giorni, è molto grave.

La presa di coscienza degli studenti rispetto alla realtà che stanno vivendo è la parte positiva degli ultimi due anni dove la didattica digitale integrata e il distanziamento ha prevalso su una situazione scolastica che da più parti è stata denunciata. I temi che si stanno discutendo negli Istituti superiori in autogestione, insieme anche ai protagonisti della politica e del sindacato, riguardano il futuro dei giovani.

La discussione in atto e la riappropriazione degli spazi di condivisione tra pari sono lo strumento per la ricostruzione di una partecipazione attiva che vuole migliorare da un lato la didattica e dall'altro l'entrata nel mondo del lavoro con la garanzia di una stabilità e di una sicurezza che ancora oggi sembrano una meta lontana. La denuncia della mancanza di spazi didattici e di laboratori, l'affollamento nelle aule e la precarietà dei docenti sono vissuti dai ragazzi/e come una mancanza di attenzione nei loro confronti.

La scuola è sempre più vittima di interventi che la stanno distruggendo, interventi messi in atto pensando più ai bilanci che alla formazione della persona e del cittadino: di tutto ciò la politica deve farsene carico e assumersene la responsabilità. E' indispensabile ascoltare coloro che ogni giorno vivono all'interno di istituzioni sempre più burocratizzate e sempre meno attente ai bisogni dei futuri protagonisti della società: per migliorare lo stato delle cose attuale si deve invece far tesoro di queste idee e valorizzarle.

L'occupazione della Scuola è una forma di protesta che a fine anni Sessanta ha fatto emergere problematiche ignorate dalla gran parte della popolazione. La protesta di questi giorni dei nostr* student* ha lo stesso fine: aprire un dialogo con la politica per risolvere i problemi ignorati. L'arrivo di numerosi agenti di polizia ha creato una spaccatura con chi vuole una società con più cultura e meno morti sul lavoro".

Licia Mataresi (segretaria generale Flc-Cgil provincia di Livorno)
Fabrizio Zannotti (segretario generale Cgil provincia di Livorno)

Unicobas: "Si plaude alla resilienza degli studenti, poi si colpiscono con repressioni"

"Unicobas Scuola esprime piena solidarietà e sostegno alle mobilitazioni studentesche che si stanno svolgendo a Livorno come in altre città e condanna fermamente l'operazione repressiva messa in atto nella serata di venerdì 11 febbraio contro gli studenti del Liceo Enriques ad opera della Dirigenza e delle forze dell'ordine. 

Quella che si sta svolgendo è una protesta che si inserisce in un'ampia mobilitazione nazionale che mette in discussione i guasti di un sistema scolastico che non regge, in cui le uniche cose da salvaguardare sembrano solo la sacra trinità: alternanza, invalsi, esami di stato. 

Una mobilitazione cresciuta anche in seguito alla tragica morte sul lavoro di uno studente.
Tante le scuole occupate in Italia in questo periodo. Ma il provincialismo di Livorno non sa confrontarsi con quella che è una delle tante pratiche di lotta, l'occupazione, utilizzata storicamente da lavoratori e studenti in tanti momenti, compreso quello attuale. 

Pubblicamente si plaude al ritorno sulla scena delle mobilitazioni studentesche, alla 'resilienza' dei giovani dopo il duro periodo del covid, ma, per chi rialza la testa un po' più di quanto è consentito, l'apprezzamento è subito sostituito dalla manganellate, come è avvenuto a Roma e Torino, dalla minaccia poliziesca, dal dispiegamento di forze dell'ordine, dalla repressione come è avvenuto anche a Livorno. 

Già la riunione a cui i rappresentanti della mobilitazione studentesca delle varie scuole sono stati convocati al mattino del venerdì, con la presenza, fra gli altri, di Prefetto e Questore, lasciava capire che c'era una precisa volontà di gestire le proteste studentesche in atto come una questione di ordine pubblico e quindi prevedendo l'impiego della forza. Una riunione che è stata abbandonata dagli studenti, i quali hanno ben compreso evidentemente la mancanza di presupposti positivi.

Nella serata di venerdì poi l'intervento poliziesco, che sarebbe ancor più grave se fosse stato richiesto dal Dirigente, con un dispiegamento di forze che indica l'incapacità di entrare in relazione positiva con le proteste, aldilà della tanto sbandierata volontà di dialogo.

Bene hanno fatto gli studenti dell'Enriques a lasciare soli nel gioco della guerra Polizia Digos e Presidenza, a sgonfiare lo scontro annunciato, a depotenziarlo. Gli studenti collettivamente hanno voluto salvaguardare l'esperienza di questi giorni, i legami costruiti con le ragazze e i ragazzi delle prime classi, la diffusione della mobilitazione, la pratica condivisa a livello di massa della riappropriazione di spazi e tempi, la realizzazione, assieme all'autogestione, di una occupazione che è stata realizzata per tre giorni consecutivi".

Usb: "Questa è la risposta delle istituzioni alle legittime proteste degli studenti?"

"Nella tarda serata di venerdì, dopo che per alcuni giorni gli studentə del liceo Enriques di Livorno aveva portato avanti una protesta assolutamente pacifica, un numero spropositato di forze dell'ordine è intervenuto per bloccare l'occupazione e sgomberare gli studenti dalla propria scuola.
Ci arrivano testimonianze di minacce pesantissime nei confronti degli studentə e provocazioni continue.
Nonostante le richieste di dialogo la Digos Livornese, su indicazione della dirigente scolastica, è entrata all'interno dell'istituto facendo intervenire una camionetta all'esterno.

Questa è la risposta delle istituzioni alle legittime proteste pacifiche degli studenti?

Nelle ultime settimane i lavoratori e le lavoratrici livornesi sono stati impegnati in dure proteste sfociate anche in picchetti e manifestazioni "non autorizzate". Lottano per il proprio posto di lavoro come gli studenti lottano per una scuola pubblica giusta e per non essere costretti a morire in una fabbrica con l'assurda modalità dell'alternanza scuola lavoro (che va abolita e non riformata a differenza di quanto va dicendo la Cgil). Come mai questa differenza di atteggiamento? Come mai si è deciso di accanirsi solo contro studenti minorenni?

L'Unione Sindacale era presente all'ultima manifestazione studentesca e all'assemblea nazionale a Roma di sabato 4 febbraio. Saremo in piazza insieme agli studenti anche la prossima settimana per dimostrare la nostra solidarietà e la nostra vicinanza".

I lavoratori e le lavoratrici USB Livorno
 


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