Cronaca

Livorno calcio 'sfrattato' dall'Armando Picchi: sessanta giorni per riconsegnare le chiavi

Firmato l'atto che determina la decadenza della concessione per inadempimento della società amaranto

Ora il provvedimento è nero su bianco, firmato dagli uffici comunali di competenza che ne sanciscono così la piena ufficialità. Il Livorno calcio, il cui cda si è dimesso in blocco nella giornata di mercoledì 23 giugno, ha sessanta giorni di tempo per riconsegnare i locali dello stadio Armando Picchi oggetto della concessione, liberi da persone e dai beni mobili della proprietà. La causa? I "gravi e reiterati inadempimenti" e "la perdurante situazione di grave morosità".

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Una situazione, hanno sottolineato da palazzo comunale, "per la quale non è stato manifestato da parte del concessionario alcun elemento rilevante al riequilibrio del negozio giuridico", ravvisando quindi "una condotta pluriannuale del tutto inadeguata". Quell'impianto, quindi, inaugurato a metà anni Trenta e all'interno del quale sono state vissute tutte le più grandi emozioni della storia del Livorno, non è più in concessione alla società. Il procedimento di decadenza è stato avviato nel maggio scorso e secondo quanto rilevato dagli uffici comunali il totale della posizione debitoria attuale dell'As Livorno calcio, relative alle tariffe d'uso e ai rimborsi delle spese idriche nei confronti dell'amministrazione, è pari a poco più di 201mila euro. 

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In questi giorni, dopo l'avvio del procedimento, il Comune non ha ricevuto memorie, osservazioni o deduzioni scritte, solo la comunicazione del pagamento di una rata (7.259 euro) del debito iscritto a ruolo nel 2019. "Altri pagamenti relativi alla grave posizione debitoria - si spiega nell'atto - non risultano pervenuti". Inoltre, se l'As Livorno calcio non rilascerà spontaneamente l'impianto entro il termine assegnato, l'amministrazione procederà all'esecuzione d'ufficio trattandosi "di tutelare un bene pubblico". Un atto, quello redatto dal Comune, che prevede anche l'escussione della fidejussione rilasciata dalla banca nel 2013 "fino alla concorrenza delle somme dovute". 


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