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"+2° Accelerazione pericolosa", dall'8 novembre la mostra fotografica di Fabrizio Sbrana al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo

Sarà inaugurata martedì 8 novembre alle 17 al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo la mostra di fotografie di Fabrizio Sbrana intitolata "+2° Accelerazione pericolosa". Promossa e realizzata da Fondazione Livorno e Fondazione Livorno - Arte e Cultura, con la collaborazione di Fondazione Piaggio e Museo di Storia Naturale del Mediterraneo e Provincia di Livorno, con il contributo Castagneto Banca 1910 e il patrocinio della Regione Toscana, la mostra affronta il drammatico tema del cambiamento climatico.

Con questa raccolta di foto, selezionate tra quelle scattate nei suoi numerosi viaggi intorno al mondo, Fabrizio Sbrana descrive la drammaticità dell'emergenza climatica. Avanza accuse e condanne ma soprattutto cerca di scuotere le coscienze, per “educare, responsabilizzare, coinvolgere, mobilitare e tenere acceso il faro sul tema urgentissimo del riscaldamento globale”. 

+2° Accelerazione pericolosa è il titolo di questa raccolta di oltre 30 immagini catturate dal fotoreporter Sbrana dagli anni '80 fino ad oggi e stampate su lamina metallica di grandi dimensioni. Insieme a questo nucleo, altre 300 fotografie verranno presentate in proiezione alla mostra che si protrarrà dall'8 novembre 2022 all'8 gennaio 2023.

Accelerazione pericolosa è quella che subiscono i cambiamenti del clima, è la velocità sempre più preoccupante con cui si manifestano. Due gradi centigradi di temperatura in più - rispetto agli albori del periodo industriale - è il limite che non deve essere raggiunto, perché produrrebbe effetti devastanti sulla Terra, gli oceani, l'atmosfera, gli ecosistemi. Ma le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera continuano ad aumentare. Sbrana ci mostra i ghiacciai che si sgretolano e i poveri nella disperata ricerca d'acqua per sopravvivere. Entra nelle ferite della terra, tra laghi diventati croste di sale, tra miseria infinita e business incontrollato. 

Eppure, la soluzione c'è. La indicano, in una citazione a chiusura di questo catalogo della mostra, stampato da Bandecchi&Vivaldi, il premio Nobel per la chimica Paul Jozef Crutzen, olandese, e il biologo statunitense Eugene Filmore Stoermer. Sono stati loro a proporre il termine Anthropocene per indicare questa nostra epoca geologica dominata dall'essere umano che, con le sue attività, ha impresso modifiche territoriali, strutturali e climatiche. Per governare gli stress indotti dall'uomo, secondo i due ricercatori, è necessaria una gestione globale e sostenibile dell'ambiente. 

Frane, alluvioni, erosioni costiere, inondazioni, siccità… Gli esperti non parlano più di “cambiamento”, preferiscono parlare di crisi climatica. Ormai sappiamo quali sono le soluzioni. La ricerca ha già dato le risposte necessarie sulla prevenzione, i rischi, gli interventi da realizzare... Spetta ai decisori guidare i processi di transizione energetica e industriale e intraprendere opportune scelte di campo, tenendo conto, anche, della dimensione globale della questione. Ciascuno di noi, però, può dare un contributo importante per raggiungere questo obbiettivo, con piccoli gesti quotidiani e promuovendo lo sviluppo di una coscienza ecologica collettiva.

I giovani sono particolarmente sensibili a questi temi, guardano con preoccupazione ma anche speranza al loro futuro. È a loro, in particolare, che si rivolgono i promotori della mostra, per far sapere che sono pronti ad ascoltarli e assecondarli per promuovere una cultura ambientale.

Con questo convincimento Fondazione Livorno ha sostenuto anche il progetto Speranza Verde portato avanti quest'anno, con Castagneto Banca 1910, per realizzare sul territorio della provincia un murales diffuso tra Donoratico, San Vincenzo e Venturina, dell'artista Oniro, presentato nelle pagine del catalogo.


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