Protezione civile, Monni stoppa le polemiche per "ingiustificato allarme": "L'allerta non è una previsione meteo"
L'assessore regionale con delega alla protezione civile interviene a chiarimento delle polemiche sollevate da chi, in presenza di allerta, si "stupisce vedendo il cielo sereno": "L'allerta è la valutazione del rischio derivante dall'impatto dei fenomeni meteo sui territori"
Interviene direttamente l'assessore regionale con delega alla Protezione civile, Monia Monni, nella polemica sollevata da chi, in presenza di un bollettino di emissione di 'allerta meteo', si stupisce qualora non si verifichino eventi meteorologici tali, a loro avviso, da giustificare l'allerta stessa. Monni risponde direttamente a chi parla di "ingiustificato allarme", spiegando tuttavia la fondamentale differenza tra allerta e previsioni: "Vorrei ricordare il senso dell'allerta meteo a coloro che, data l'allerta attiva per oggi e domani per l'Alto Mugello, si sono stupiti vedendo il cielo sereno - dice l'assessore -. L'allerta non è una previsione meteo, ma un sistema progressivo di attivazione del servizio di protezione civile regionale e locale, volto a prevenire il maggior numero possibile di danni derivanti dall'impatto degli eventi meteo sul territorio. Per questo le categorie ‘giusto' o ‘sbagliato' non le si possono applicare".
Emettere un'allerta, quindi, significa decidere di attivare il sistema di protezione civile regionale e locale in modo che si possano minimizzare i danni causati dall'evento (ad esempio con azioni come la chiusura di viadotti, scuole, parchi, pubblici, la predisposizione di idrovore o spalaneve, ecc.) e gestire eventuali criticità, fino all'attivazione della colonna mobile vera e propria. "Ribadisco che l'allerta non può essere definita giusta o sbagliata - conclude Monni - serve a gestire il rischio e viene adottata con formule simili in tutto il mondo, tenendo sempre presente il fatto che porta con sé sia l'incertezza della previsione meteo, sia l'incertezza legata all'effettivo impatto dei fenomeni sui singoli territori. Forse tutti dovremmo imparare a gestire meglio quel disagio, che ci viene chiesto per evitare danni peggiori, così come accettiamo, o dovremmo accettare, di usare meno la macchina per ridurre le emissioni di gas climalteranti o sprecare meno acqua per preservare la risorsa idrica".